Le piastrelle tridimensionali rappresentano un’innovativa idea di rivestimento in grado di arredare e valorizzare gli spazi. Forma che si situa esattamente a metà tra la tradizionale piastrella e un vero e proprio bassorilievo che corre lungo le pareti, le superfici 3D sanno combinare i benefici funzionali del rivestimento ceramico con l’effetto scultoreo. Ad ogni modo i motivi più comunemente utilizzati, geometrici o naturalistici, arredano con grazia e conferiscono dinamicità all’ambiente.
Applicabili praticamente su qualsiasi parete, anche esterna, le piastrelle 3D nascono dall’idea di realizzare rivestimenti dal design essenziale che tuttavia giochino con luci e ombre. Se sapientemente collocati, i punti luce hanno il pregio di valorizzare i rilievi delle superfici tridimensionali e danno ulteriore dinamismo al contesto, modificando di quando in quando la percezione della profondità.
L’originalità di questo tipo di rivestimento per pareti investe sia le forme sia i materiali impiegati. La ceramica resta la regina incontrastata, ma fa capolino anche la pietra acrilica naturale, materiale che raggiunge standard elevati in termini igienici, estetici e funzionali. Di grande effetto anche le mattonelle 3d in gres porcellanato. il gres ha ottime e qualità tecniche di resistenza e rappresenta il materiale ideale per rivestire le pareti in ambienti umidi come bagno e cucina. Per quanto riguarda i formati, molto di tendenza sono sia le piastrelle “oversize” con spessori ridotti da posare a parete, oppure di piccolo formato.
Un altro esempio suggestivo è costituito dalle piastrelle 3D in nylon sinterizzate a laser, che si caratterizzano per una superficie morbida al tatto: all’impatto scenografico si unisce l’inusuale effetto sensoriale, o da quelle effetto tessuto, che riproducono trame leggere e delicate.
A voler dire le cose come stanno, le piastrelle 3D non sono propriamente innovative perché già sul finire degli anni ’70 fecero la loro audace comparsa, ma furono quasi immediatamente dimenticate e liquidate come kitsch. Oggi il mercato le ripropone declinandole con inesauribile vitalità e aprendo la strada a innovativi scenari visivi e tattili. Si spazia dalle finiture satinate a quelle smaltate fino alle finiture lucide in grado di accentuare la matericità per via dei riflessi specchianti.
Quanto alle texture grafiche, i rivestimenti in rilievo sono capaci di soddisfare qualsiasi richiesta estetica e spaziale. Via libera allora a pattern astratti, motivi geometrici e disegni sinuosi, tutto rigorosamente con effetto tridimensionale. I pattern spigolosi possono alternarsi a figure floreali che ne ammorbidiscono il rigore. La novità è che questo tipo di piastrelle si inseriscono bene anche in contesti inaspettati, per esempio possono rivestire la parete capoletto di una camera da letto arredata in stile industrial.
Sono però gli ambienti minimal a beneficiare maggiormente delle superficie a rilievo, a patto di scegliere geometrie semplici. In un contesto minimalista si può pensare di alternare superfici neutre a pannelli 3D che non scalfiscano l’anima essenziale dell’insieme. Viceversa, le superfici in rilievo a motivi technicolor oppure optical, magari uniti a tonalità sgargianti, sanno vivacizzare e movimentare gli angoli dai colori neutri.
Accanto a motivi geometrici, le piastrelle tridimensionali propongono temi sinuosi a sviluppo orizzontale: se collocate in bagno e soprattutto sulla vasca da bagno, rimandano ai movimenti dell’acqua e danno vita a un sensuale e rilassante gioco di onde. Finiture opache e pattern sinuosi si inseriscono perfettamente negli ambienti più riservati.
Le capacità espressive delle piastrelle 3D sono pressoché infinite. Per esempio accostamenti cromatici arditi sapranno valorizzare le sculture modulari.
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